Il piede costituisce la base di appoggio a tutto il corpo sostenendolo e svolgendo un ruolo fondamentale nel corretto mantenimento dell’equilibrio e della postura. Nella condizione di un piede nella norma , la superficie plantare non poggia interamente, ma in corrispondenza di tre punti che costituiscono un triangolo, dove la base sta nella parte anteriore, tra le teste metatarsali, e l’apice è rivolto posteriormente sul tallone.

 

I lati di questo triangolo sono costituiti dagli archi plantari:
-Arco traversale (tra le teste metatarsali)
-Arco mediale (lato interno)
-Arco laterale (lato esterno)

Purtroppo molte volte, la morfologia del piede varia sia per fattori congeniti e morfologici sia per delle variabili connesse alla scorretta postura, traumi al piede o alla caviglia, problemi di natura medica, utilizzo di calzature inadeguate.

Quando la situazione non si corregge in maniera spontanea, si ha l’insorgere di mutazioni della morfologia dell’arco plantare.
Può capitare, però, che l’arco plantare si formi correttamente, ma si appiattisca col tempo e in presenza di particolari condizioni che indeboliscono il tendine di supporto all’arco plantare.

Ecco un elenco delle cause più comuni del piede piatto:

– una condizione congenita, trasmessa da genitori che a loro volta ne soffrono;

– traumi al piede o alla caviglia, in seguito a incidenti;

– problemi legati alla fisicità, in particolare l’obesità e le abitudini posturali errate sono tra le cause più frequenti, ma anche la gravidanza può in qualche caso provocare l’insorgere del piede piatto, sebbene solo temporaneamente;

– problemi di natura medica, neurologica o muscolare (spina bifida, distrofia muscolare, morbo di Parkinson), patologie del tessuto connettivo (sindrome di Ehlers-Danlos, sindrome da ipermobilità articolare), altri tipi di problemi più generici (disfunzione del tendine del tibiale posteriore, pressione alta, artrite reumatoide, invecchiamento, diabete) ;

– utilizzo di calzature inadeguate, ad esempio, nelle donne con più di 40 anni l’uso dei tacchi può comportare infiammazione e allungamento del tendine tibiale che porta alla formazione del piede piatto; nei bambini, ad esempio, l’utilizzo di calzature non adeguate e soprattutto in modo eccessivamente precoce, può essere causa di un ridotto o mancato sviluppo della volta plantare con tutto ciò che ne consegue.

PIEDE PIATTO
L’arco MEDIALE talvolta può variare in altezza, quando questo tende ad appiattirsi quindi a schiacciarsi verso il basso può essere considerato piede piatto, quindi l’appoggio non sarà più su tre punti come detto in precedenza ma il piede sarà quasi completamente a contatto con il suolo. L’appiattimento di questo Arco, e la malformazione del piede che ne consegue oltre che dell’appoggio dovuto al cedimento o appiattimento, determina un’anomalia distribuzione del peso in carico con difficoltà nel mantenimento dell’equilibrio, e conseguenti disturbi alle articolazioni portando a fenomeni degenerativi e dolorosi, anche alle articolazioni sovrastanti.

piede_piatto_metodo_tamburo

Il piede piatto, si presenta quasi sempre insieme ad altre alterazioni, come la pronazione del calcagno (inclinazione interna) che determina l’origine del piede piatto valgo.

Giá in giovane età è possibile notare lo svilupparsi della condizione del piede piatto ma viene spesso sottovalutato, e generalmente viene preso in considerazione solo all’insorgenza della sindrome dolorosa che ne consegue nelle fasi più avanzate.

 

PIEDE CAVO
Un’altra condizione di malformazione anatomica dell’arco mediale è il PIEDE CAVO
Il piede cavo presenta un arco plantare mediale più alto rispetto alla norma,
può essere presente dalla nascita o svilupparsi nel tempo, e può considerarsi la condizione opposta ai piedi piatti.
I sintomi più comuni consistono in: dolori ai piedi, dolore e pesantezza alle caviglie, instabilità a mantenere l’equilibrio e presenza di dita a martello.

piede_cavo_metodo_tamburo

La presenza di un arco plantare alto, cambia l’appoggio fisiologico del piede, portando in persone a poggiare esclusivamente il tallone e la zona anteriore del piede.
Come giá citato in precedenza , il peso del nostro corpo é sostenuto tutto sulla pianta dei piedi, dunque nei piedi cavi, il peso corporeo viene distribuito in maniera anomala sulla pianta, si concentra quindi soltanto sulle zone che poggiano a terra, ossia tallone e porzione anteriore.

 

PIEDI A DOPPIA COMPONENTE
Esiste una condizione di anomalia del piede che viene chiamata a doppia componente, perché di fatto in questo caso sono presenti due patologie: il valgismo e il varismo.
In entrambi, valgismo e varismo, l’elemento presente é l’allontanamento o avvicinamento di un segmento corporeo dall’asse centrale del corpo, in questo caso alluce o piede, che porta alla deformità ossea. Quando l’osso tende verso l’esterno é detto VALGISMO, in caso contrario, ovvero deformità verso l’interno, è definito VARISMO.

piede_doppia_componente_metodo_tamburo
Nel caso dei piedi a doppia componente é possibile notare che durante il cammino, il piede assume entrambe le posizioni di valgismo e varismo. Nella parte iniziale della camminata si poggerà la parte esterna del tallone mentre nella fase finale si tenderà a chiudere eccessivamente sull’alluce che sarà spinto internamente, portando alla possibilità di un alluce valgo. Questa condizione causa un’inclinazione in avanti del corpo con possibili gravi conseguenze quali:

-eccessiva tensione delle vertebre lombari
-piano scapolare anteriore
– Tendine della zampa d’oca
-dolori ai polpacci
-dolori plantari
-dita ad artiglio e calli ai piedi

TRATTAMENTO

Il trattamento specifico di entrambi i casi (sindrome del piede piatto, e sindrome del piede cavo) dipendente da tre principali fattori:

– LE CAUSE: In alcune circostanze, trovare e curare la causa è fondamentale per evitare un peggioramento del piede
– SINTOMI: Più i sintomi sono gravi, maggiore è la probabilità di dover ricorrere a un trattamento più invasivo;
– LA TEMPISTICA La rapidità con cui la condizione di piede é progredita.

A seconda dunque della causa, della severità dei sintomi e la rapidità d’insorgenza della condizione, si potrà optare per una terapia non-chirurgica (conservativa) o per una terapia chirurgica, anche se in ogni caso è sempre meglio provare ad evitare l’intervento chirurgico attuando una terapia conservativa.

TERAPIA NON-CHIRURGICA (O CONSERVATIVA)
La terapia non-chirurgica rappresenta un rimedio efficace e non invasivo per alleviare la sintomatologia.
I più comuni trattamenti consistono in:
-Utilizzo di ORTESI PLANTARI da inserire nelle calzature. Le ortesi plantari garantiscono un impatto migliore con il suolo, una migliore distribuzione del peso corporeo sui piedi e una maggiore stabilità all’articolazione della caviglia. Tutto ciò dovrebbe ridurre il dolore e il rischio di distorsioni;
-Esercizi di STRETCHING(o allungamento muscolare) e potenziamento per tutti i muscoli della gamba.
-Utilizzo di SCARPE COMODE adatte alla condizione. Queste scarpe garantiscono una migliore distribuzione del peso corporeo sui piedi, quindi il dolore dovrebbe ridursi;
-Esercizi per il miglioramento della tecnica di camminata e della tecnica di corsa.

TERAPIA CHIRURGICA
I medici prendono in considerazione l’intervento chirurgico quando la terapia conservativa si è rivelata inefficace (o non ha fornito i risultati sperati) e la sintomatologia è molto intensa.
In generale, gli obiettivi della chirurgia sono: correggere nei limiti del possibile la deformità, alleviare la sensazione dolorosa, preservare la caviglia da ulteriori distorsioni e migliorare l’appoggio al suolo dei piedi.