Questo termine sottolinea il ruolo fondamentale svolto dai fenomeni di usura, che provocano la diminuzione dello spessore del rivestimento di cartilagine delle articolazioni colpite. La causa principale di tali fenomeni di usura è l’invecchiamento delle strutture articolari.

Esistono due forme principali della malattia artrosica: l’artrosi primitiva e l’artrosi secondaria.
L’artrosi primitiva compare spontaneamente, sebbene sia favorita dalle sollecitazioni meccaniche ripetute cui è sottoposta la cartilagine e da una predisposizione che avrebbe carattere ereditario. La malattia si manifesta solitamente tra i 50 ed i 65 anni di età, con una predilezione per il sesso femminile.
L’artrosi secondaria sta ad indicare che la malattia si sviluppa e si aggrava a causa di fattori estranei alla cartilagine articolare, quali possono essere le fratture guarite in posizione scorretta o le malformazioni congenite.
Nella grande maggioranza dei casi l’artrosi colpisce principalmente le articolazioni sottoposte al peso dell’organismo, quali ginocchio e anca. Sedi altrettanto tipiche sono le articolazioni intervertebrali.
Quale che sia l’origine della malattia, la sintomatologia consiste in dolore articolare, che è causa di impaccio all’inizio del movimento e che migliora durante l’esecuzione dei movimenti. Invariabilmente il dolore si ripresenta con l’affaticamento eccessivo.
Nel decorso si possono distinguere fasi di acutizzazione e fasi di remissione. Durante le fasi di attività è possibile la comparsa di versamento, che è un segno di irritazione della membrana sinoviale; esso consiste nella raccolta di un’eccessiva quantità di liquido all’interno dell’articolazione. Il progredire dei fenomeni di usura della cartilagine porta a deformazione e progressiva riduzione del movimento.
La diagnosi si fonda sull’esame radiologico; l’articolazione artrosica ha un aspetto caratteristico: lo spazio tra le due ossa a contatto va via via assottigliandosi, per la riduzione dello spessore della cartilagine; sul bordo delle superfici articolari compaiono protuberanze a forma di becco che aggravano la deformità.
La terapia prevede varie possibilità. È di primaria importanza correggere tutti i fattori che sono causa di aumento del lavoro meccanico sull’articolazione, quali il sovrappeso o le attività particolarmente pesanti.
Il Team Metodo Tamburo stabilisce il miglior tipo di terapia valutando tutti gli aspetti del caso.
In presenza di dolore acuto è consigliabile il riposo e l’applicazione di antinfiammatori per via locale; se necessario si può integrare anche la terapia farmacologica. In alcuni casi potrebbe essere opportuno ricorrere ad un ciclo di infiltrazioni a base di cortisone.
La chinesiterapia e le cure fisiche svolgono un ruolo importante e sono consigliabili solo nelle fasi non acute.
Le forme che hanno già determinato la comparsa di gravi alterazioni della funzione dell’articolazione traggono giovamento dalla terapia chirurgica